venerdì 25 novembre 2016

La dichiarazione Calre 2016 approvata all’unanimità durante l’Assemblea Plenaria - Sintesi dei contenuti principali

Riaffermare e proseguire una visione multilivello dell’esperienza comunitaria, attraverso un’idea di Europa costruita dal basso a partire dalla valorizzazione delle proprie diversità. Lo sancisce la “Dichiarazione CALRE 2016 approvata oggi all’unanimità durante l’Assemblea plenaria della Conferenza delle Assemblee legislative regionali d’Europa a Varese. 
Principi cardine di un “nuovo e ravvivato regionalismo europeo” dovranno essere: il valore della singola persona e della comunità, la sussidiarietà, la proporzionalità, la libertà e la democrazia rappresentativa. Principi indispensabili per “affrontare un processo di riavvicinamento dei cittadini e dei territori alle istituzioni europee più incisivo ed efficace”, finalizzato a recuperare “il valore originario del progetto politico di integrazione europea”. 
Il documento evidenzia come l’Europa si trova oggi ad affrontare problemi e sfide complicate, dalla Brexit alla gestione dei flussi migratori e al pericolo costante del terrorismo, che attendono ancora proposte di intervento condivise e soluzioni efficaci, che possono essere ricercate solo “attuando un approccio politico integrato e multilivello con l’obiettivo di costituire una governance europea che sia frutto di una reale sinergia e interazione tra il livello locale, nazionale ed europeo”.

La Dichiarazione ribadisce con forza l’importanza della politica di coesione in Europa, condizione indispensabile per sostenere la crescita e lo sviluppo di tutti i Paesi europei, ed esprime preoccupazione per la mancanza di ambizione dimostrata dalla Commissione europea nella mancata revisione del Quadro Finanziario Pluriennale, che così come attualmente strutturato ha già raggiunto i propri limiti ed è ormai di scarsa utilità. 
Auspica quindi che la Commissione e la Banca Europea per gli Investimenti possano assicurare “la complementarità e l’addizionalità” tra il fondo europeo per gli investimenti strategici (FEIS), i fondi strutturali e di investimento europei (fondi SIE) e altri programmi finanziati dall’Unione europea, con il pieno coinvolgimento degli Enti territoriali nell’attuazione e nel monitoraggio del piano di investimenti. 
Sottolinea infine la necessità di elaborare una nuova strategia europea in materia demografica; di mettere a punto indicatori complementari dei risultati economici; di eliminare le strozzature nei trasporti e di potenziare collegamenti transfrontalieri adeguati. 

Per raggiungere tutti questi obiettivi, si legge nel documento, i territori devono tornare ad essere il centro e il perno della politica comunitaria e tutte le associazioni e le realtà del regionalismo europeo devono collaborare tra loro intensificando le relazioni comuni e condividendo sempre di più problemi, esperienze e best-practices: “la vera sfida – ribadisce nelle sue conclusioni la Dichiarazione Calre- è intraprendere questo percorso insieme, continuando a rilanciare, con tutti gli attori istituzionali presenti sullo scenario europeo, una posizione  costruttiva che possa realmente costituire un mattone utile alla formazione di un’Europa dei popoli e delle regioni. Un’Europa più vicina ai territori e ai cittadini, più forte nella democrazia rappresentativa quale forma più alta di rappresentanza popolare, che trova la sua principale espressione ogni giorno nel lavoro dei Parlamenti regionali”.

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